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Lo scalo notturno in aeroporto

Immagine del redattore: Daniel DiPietroDaniel DiPietro

Tratto dallo scalo notturno all'aeroporto di Bruxelles, in viaggio verso i parchi americani on the road, 20 agosto 2018.


Si è vero. Di primo acchito il pensiero che balza in mente è questo: uno scalo notturno è un'idea di merda.

Soprattutto se la tua destinazione prevede un fuso orario che ti ribalta la giornata, invertendo il giorno con la notte come se fossero due facce di uno stesso pancake che Dio ha deciso di girare perché la prima era già cotta.

Non sei abbastanza in forze da star sveglio facilmente, la città è lontana dall'aeroporto e sonnecchiante e non puoi dormirci su, perché arriveresti con il jet leg sballato a destinazione.

Quello che ti accingi ad affrontare, parrebbe essere una lunga e rigida notte nel deserto aeroportuale del "gate B" di Bruxelles, sotto il soffio incessante dell'aria condizionata.

Una cosa è certa, quando nel tentativo di star sveglio ti trovi a vagare in aree dell'aeroporto in completa solitudine, la sensazione che provi è unica e ti fa sentire parte di qualcosa di speciale e incantato.

E allora, come su un cammino di pellegrini, tutti i pochi presenti condividono la stessa ragione che li ha a spinti a vagabondare per il terminal e fare amicizia è tanto giusto quanto scontato.

E così si chiacchiera di come sia dolceamara la città di Los Angeles, sulla quale atterreremo l'indomani, e ci si tiene svegli a vicenda per un'ora in più, rubando ancora minuti preziosi alla morsa di Morfeo.

Quando si cede inesorabilmente al sonno incombente, ci si accorda: alle 4.00 apre la caffetteria del gate, puntiamo la sveglia, così non dormiamo troppo e riusciamo a dormire in volo.

Che poi, io, in volo non riesco tanto a dormire. Come si fa? Ci sono il cibo, i film, la musica, ti danno coperta e cuffiette, c'è la variegata fauna dei passeggeri tutto intorno al tuo sedile... È un luna park per chi è affetto da curiosità patologica!

Ed eccoci qui, Americano caldo tra le mani ad attendere il risveglio della grande bestia dall'interno del suo ventre. Le viscere iniziano a smuoversi, le luci ad accendersi, i nastri a macinare bagagli.

Che il viaggio continui.




 
 
 

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